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L'ansia è legata alla progressione dell'Alzheimer

Neurologia Redazione DottNet | 26/11/2020 18:21

I pazienti che avevano il deterioramento cognitivo e che sono progrediti verso la malattia di Alzheimer avevano volumi significativamente inferiori dell'ippocampo e della corteccia entorinale

L'ansia è legata a una più veloce insorgenza della malattia di Alzheimer. A dirlo è uno studio presentato al meeting annuale della Rsna, la Radiological Society of North America. L'ansia è stata frequentemente osservata in pazienti con lieve deterioramento cognitivo, sebbene il suo ruolo nella progressione della malattia non sia ben compreso.   Il gruppo di studio includeva 339 pazienti con un'età media di 72 anni. Ogni persona aveva una diagnosi di base di lieve deterioramento cognitivo, con 72 che hanno poi avuto il morbo di Alzheimer.  I pazienti che avevano il deterioramento cognitivo e che sono progrediti verso la malattia di Alzheimer avevano volumi significativamente inferiori dell'ippocampo e della corteccia entorinale (due aree importanti per la formazione dei ricordi) e una maggiore frequenza dell'allele ApoE4 (il fattore di rischio genetico più diffuso per la malattia di Alzheimer).

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In particolare, però, i ricercatori hanno scoperto che l'ansia era associata al declino cognitivo.  "I pazienti con deficit cognitivo lieve con sintomi di ansia hanno sviluppato il morbo di Alzheimer più velocemente degli individui senza ansia, indipendentemente dal fatto che avessero un fattore di rischio genetico per il morbo di Alzheimer o la perdita di volume del cervello", ha detto il primo autore dello studio Jenny L. Ulber.  Il legame tra i sintomi dell'ansia e una progressione più rapida verso la malattia di Alzheimer rappresenta, secondo gli studiosi, un'opportunità per migliorare lo screening e la gestione dei pazienti con decadimento cognitivo lieve precoce.

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